Sammy Basso, il 28enne malato di progeria più longevo del mondo, è morto nella serata di sabato 5 ottobre, poco prima delle 23, mentre era al ristorante Villa Razzolini Loredan di Asolo, in provincia di Treviso, dove aveva cenato con la sua famiglia e alcuni amici. Immediato l’arrivo sul posto di un ambulanza del Suem 118, ma tutti i tentativi degli operatori medico-infermierstici di rianimarlo sul posto si sono rivelati vani. Sammy era già morto e poco dopo il medico non ha potuto far altro che constatarne il decesso.
Appena due giorni prima, Sammy Basso, che era nato a Schio ma viveva a Tezze sul Brenta, in provincia di Vicenza, era stato premiato alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, nell’ambito del XIV premio giornalistico Paolo Rizzi per il suo impegno nella diffusione della conoscenza della rarissima malattia che aveva e per la promozione della ricerca scientifica.
Sammy Basso ha deciso di donare il suo corpo alla scienza
Sammy è riuscito a fare l’ennesimo dono alla medicina e alla ricerca. Dopo una vita passata a studiare, ha deciso di lasciare il suo corpo alla scienza. Il desiderio di Sammy Basso è sempre stato che la sperimentazione e gli studi sulla progeria non si fermassero, e la sua ultima volontà è stata quella di mettersi a disposizione della scienza.
È stato contattato il Centro di riferimento per la donazione del Corpo e Biobanca dell’Università di Padova e come spiega il responsabile del Centro, Raffaele De Caro, docente di Anatomia e specializzato in Pathology and Forensic Medicine: “Siamo un centro di riferimento nazionale. Ci mettiamo a disposizione. Aspettiamo le decisioni della famiglia”.
A Corriere del Veneto, Francesco Argenton, presidente del corso di laurea in Biologia e suo professore dell’Università di Padova, dove Sammy Basso ha preso doppia laurea con lode, una delle due in inglese, in biologia molecolare e dove ha insegnato come docente in vari seminari alla Facoltà di Biologia lo ha ricordato come “uno dei migliori studenti che abbiamo avuto, superiore a tutti. Una grande passione per la scienza, capacità comunicativa, saggezza, curiosità, amore infinito per la vita. Il suo entusiasmo è stato trascinante nei seminari in cui ha insegnato”.
“Sammy Basso è stato soprattutto uno scienziato, i suoi studi hanno gettato le fondamenta per arrivare a una terapia genetica che aiuti ad alleviare i sintomi della progeria e allunghi la vita a chi è ammalato – ha detto ancora in una intervista rilasciata al Corriere del Veneto – Le sue ricerche sulla progeria sono arrivate a conclusioni importanti, tanto che sono state pubblicate su prestigiose riviste internazionali, tra cui Nature Medicine e successivamente citate negli studi di altri 109 ricercatori… Ha lasciato il segno e indicato la strada giusta su cui proseguire per trovare una cura, anche se non a breve”.
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