Neoplasia ovarica, il killer silenzioso: attenzione a questi sintomi

La neoplasia ovarica è una patologia che coinvolge le cellule ovariche e può essere di natura benigna o maligna. In molti casi, queste neoplasie si sviluppano senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali, rendendo la diagnosi precoce difficile. Tuttavia, attraverso controlli medici regolari, come l’ecografia transvaginale e la valutazione dei livelli di CA-125 (un marker), è possibile monitorare le ovaie e rilevare eventuali anomalie che potrebbero indicare la presenza di una neoplasia.

Le neoplasie ovariche si dividono in tre tipi principali: epiteliali, stromali e a cellule germinali. La maggior parte dei tumori ovarici maligni deriva dalle cellule epiteliali, che rivestono la superficie dell’ovaio. Le neoplasie a cellule germinali, invece, sono rare e colpiscono principalmente le donne più giovani. Le neoplasie stromali, infine, derivano dalle cellule che sostengono e nutrono l’ovaio.

Ogni tipo di neoplasia presenta caratteristiche diverse e richiede approcci terapeutici specifici. La presenza di sintomi persistenti o peggioramenti progressivi dovrebbe comunque allarmare e spingere a consultare uno specialista per approfondimenti. Il trattamento delle neoplasie ovariche dipende dal tipo, dallo stadio e dalla gravità della patologia.

Per le neoplasie maligne, l’intervento chirurgico è spesso il primo passo per rimuovere la massa, seguito dalla chemioterapia per eliminare eventuali cellule residue. In alcuni casi si utilizzano terapie mirate o immunoterapia, che si basano sulle caratteristiche molecolari della neoplasia.

Riconoscere i sintomi di una neoplasia che avanza in modo così silenzioso può essere di importanza fondamentale per avere speranze di sopravvivenza. Un recente studio ha individuato i sintomi più comuni. 

La neoplasia ovarica, che rappresenta circa il 30% delle neoplasie dell’apparato genitale femminile, ha colpito nel 2022 circa 6000 donne in Italia, causando 2300 decessi. Le diagnosi si concentrano soprattutto nelle donne tra i 60 e i 64 anni, ma esistono casi anche tra le giovani. Esistono tre tipi principali di neoplasia di questo tipo: carcinoma epiteliale (il più comune), carcinoma germinale (raro e diagnosticato soprattutto nelle trentenni) e carcinoma stromale (meno frequente e talvolta benigno).

Le cause precise di questa neoplasia non sono ancora chiare, ma sono stati identificati diversi fattori di rischio. Tra questi, la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 aumenta significativamente la probabilità di sviluppare la neoplasia. Altri fattori includono l’età avanzata, l’obesità, la menopausa tardiva, l’endometriosi, e precedenti esposizioni ad asbesto o radioterapia addominale.

La neoplasia ovarico è spesso soprannominato “killer silenzioso” perché raramente mostra sintomi iniziali. I sintomi, se presenti, possono includere gonfiore addominale, dolore pelvico, inappetenza e nausea. La patologia è particolarmente pericolosa perché le cellule maligne tendono a metastatizzare rapidamente, invadendo organi come il fegato, i polmoni e il cervello.

Per la diagnosi, si segue un iter preciso che inizia con una visita ginecologica e una ecografia pelvica. Un marker tumorale CA-125 e una biopsia confermano la diagnosi. Il trattamento varia a seconda della gravità e può includere chirurgia, chemioterapia (con carboplatino e paclitaxel) e radioterapia.

In termini di prevenzione, è importante mantenere uno stile di vita sano, ma il test genetico rappresenta una strategia fondamentale per le donne con familiarità alla neoplasia. In presenza di mutazioni genetiche, è anche possibile ricorrere alla chirurgia profilattica per rimuovere preventivamente ovaie e tube, riducendo significativamente il rischio di sviluppare la grave patologia.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *