Un dramma sconvolgente ha colpito la famiglia Farinelli di Pianoro, in provincia di Bologna, lasciando un’intera comunità senza parole. La tragica alluvione del Rio Caurinziano ha travolto l’auto in cui viaggiavano i due fratelli Simone e Andrea, causando la morte del più giovane, Simone, di soli 20 anni. “Come farò a vivere sapendo di non essere riuscito a salvarlo?”, si chiede Andrea, il fratello maggiore, distrutto dal dolore in un’intervista al Corriere della Sera. Era lui al volante della Yaris bianca quando, la sera di sabato 19 ottobre, un’improvvisa ondata d’acqua ha travolto la loro auto in località Botteghino di Zocca. Andrea, in un disperato tentativo, è riuscito a uscire dal veicolo e ha provato a salvare Simone, che era rimasto intrappolato nell’abitacolo. “L’ho tenuto fino a che ho potuto, ma a un certo punto ho perso la presa.
Non l’ho più sentito”, ha raccontato Andrea, sconvolto dal senso di colpa e dalla sofferenza di aver visto il fratello scomparire nelle acque impetuose. I fratelli si stavano dirigendo verso la casa della loro madre, nella zona più colpita dall’alluvione, per aiutarla a mettersi in salvo. A poche centinaia di metri dalla loro destinazione, l’acqua ha travolto la loro auto. Mentre Andrea è riuscito a buttarsi fuori dal veicolo e ha cercato disperatamente di aggrapparsi a Simone, quest’ultimo è rimasto intrappolato e travolto dalla piena. Il corpo senza vita di Simone è stato ritrovato ore dopo, a chilometri di distanza, in via del Bosco. La loro Yaris, ormai distrutta, è stata rinvenuta a San Lazzaro. Simone Farinelli era un ragazzo pieno di vita, appassionato di arte e profondamente impegnato nel sociale.
“Mamma”. Simone, morte nell’alluvione: l’ultima telefonata
Nato a Brescia, si era trasferito a Ozzano Emilia con la madre e il fratello, e nella comunità locale era molto conosciuto e amato. Nonostante una disabilità uditiva che lo costringeva a portare un impianto cocleare, Simone non si era mai lasciato scoraggiare dalle difficoltà. Aveva recentemente superato l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e stava iniziando il corso di Didattica dell’Arte, un percorso che combinava la sua passione per il restauro, il cinema e la cultura. La sua insegnante, Giuliana Grandi, lo ricorda con affetto: “Adorava l’arte in ogni sua forma”, ha detto, profondamente colpita dalla sua perdita. “Mamma, stiamo arrivando. Pochi minuti e siamo su”, sono state le ultime parole che Simone ha detto alla madre Angela prima che il destino colpisse in maniera tanto crudele.
Angela, quella sera, attendeva i suoi figli per cena ed era preoccupata per il maltempo che si stava abbattendo sulla zona. Tuttavia, rassicurata dalle parole dei figli, non immaginava che la furia dell’acqua avrebbe travolto tutto. A poca distanza da casa, nella zona in cui il Rio Caurinzano si unisce al torrente Zena, l’acqua e il fango hanno invaso la strada, risucchiando la Yaris su cui viaggiavano i due fratelli. Andrea è riuscito a salvarsi e a correre verso un bar nelle vicinanze per cercare aiuto, ma i soccorsi – composti da carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile – non sono riusciti a raggiungere in tempo il luogo dove la macchina era stata inghiottita dalla piena.
“Mamma, il fiume ci ha trascinato via… non lo so dove è finito Simone”, ha detto Andrea alla madre al telefono, straziato e impotente di fronte a quanto accaduto. Bloccata in casa dal fango insieme al compagno, Angela non ha potuto fare altro che attendere l’alba, temendo il peggio. La conferma del tragico destino di Simone è arrivata ore dopo, gettando nello sconforto la famiglia e l’intera comunità di Ozzano. Simone viveva con i nonni dopo la separazione dei genitori e aveva conquistato il cuore di molti grazie alla sua generosità e al suo carattere sempre disponibile. Ora, la sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra i suoi amici e tutti coloro che lo conoscevano.
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