“Ci ha lasciati”. Addio a Mariarosaria, coi suoi 109 anni era la più anziana

Si è spenta la nonnina d’Italia, aveva 109 anni. La notizia è arrivata nelle ore scorse. Donna dalla tempra d’acciaio, era sopravvissuta a due guerre mondiali, all’epidemia di Spagnola che falcidiò il continente europeo. E ancora alla Sars e, in tempi recentissimi al Covid. Solo negli ultimi tempi le forze l’avevano abbandonata. Fino a poco fa, infatti, non era insolito vederla curare l’orto e cucinare per i figli e i numerosi nipoti.

A chi chiedeva il segreto della sua longevità rispondeva: “mangio pasta e fagioli”. Una vita di lavoro quella di nonna Mariarosa Tassone. Di lavoro e di dolore. Rimasta vedova ancora giovane, ha avuto la forza di crescere i suoi cinque figli, accompagnata sempre da una grande fede.

calabria morta 109 anni mariarosa tassone

Morta a 109 anni Mariarosa Tassone, la donna calabrese più anziana

Tra le persone più anziane d’Italia, Mariarosa avrebbe compiuto 110 anni il prossimo 25 gennaio. Era la donna più anziana della Calabria. Viveva a Spadola, nel Vibonese, comune che oggi la piange. Il fenomeno dei centenari è particolarmente studiato in Italia. In una recente intervista a Repubblica Graziella Caselli, Professoressa Onoraria di Demografia all’Università “La Sapienza” di Roma, esperta delle popolazioni longeve delle Zone Blu, spiegava come “In Italia abbiamo cinque centenarie per ogni centenario”.

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 Le donne vivono in media più a lungo degli uomini e dopo i sessant’anni la mortalità, se comparata a quella degli uomini, è molto più bassa. È evidente che è più elevata la possibilità di raggiungere i cento anni”. E ancora: “La premessa è fare una distinzione tra longevità individuale e della popolazione. Sappiamo infatti che non si tratta solo di genetica, ma che questa può avere un ruolo”.

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“Lo dimostra un caso eccezionale, come quello delle Zone Blu nella Sardegna, ovvero Nuoro e le montagne del Nuorese, teatro di uno studio e un lavoro enorme al quale ho avuto la fortuna di partecipare. Innanzitutto, i centenari sardi delle generazioni nate tra il 1880 e il 1900 sono un gruppo straordinario, perché è molto omogeneo, non soggetto a emigrazione, con le stesse caratteristiche socio-occupazionali (gli uomini pastori o contadini, le donne casalinghe)”.

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