Roberto Gleboni, l’uomo che ha compiuto la strage familiare a Nuoro, era un operaio di 50 anni, dipendente di Forestas e sindacalista della Fai Cisl. Amante delle armi, le deteneva regolarmente in casa. Dietro l’immagine di uomo tranquillo e disponibile, si nascondeva una passione pericolosa che lo ha portato a uccidere la moglie Giusi Massetti, 43 anni, e due dei suoi figli, Martina di 26 e Francesco di 11 anni. Dopo aver freddato i suoi cari, ha ferito gravemente un altro figlio, il vicino Paolo Sanna e sua madre, prima di togliersi la vita.
La strage
La mattina di oggi, 25 settembre, Roberto è entrato nella casa di via Ichnusa, dove viveva con la famiglia prima della separazione. Lì, al culmine di una lite, ha preso la pistola e ha fatto fuoco. Ha ucciso la moglie e la figlia maggiore sul colpo, poi ha rivolto l’arma contro i due figli più piccoli. Francesco è morto poco dopo in ospedale, mentre il terzo figlio è sopravvissuto con ferite lievi. Nel caos, Paolo Sanna, vicino di casa e proprietario dell’abitazione, ha cercato di intervenire, ma Roberto lo ha colpito gravemente, portandolo a lottare tra la vita e la morte.
Non ancora soddisfatto, Roberto si è diretto verso la casa della madre, le ha sparato alla testa e si è tolto la vita subito dopo. La madre è stata trasportata d’urgenza in ospedale, in condizioni gravissime.
Una comunità sotto shock
Il quartiere di Monte Gurtei, a Nuoro, è sotto shock. Molti non riescono a credere che Roberto, descritto come un uomo calmo e generoso, sia stato capace di un gesto tanto orribile. “Era una persona tranquillissima“, racconta un vicino. “Mi aveva offerto la sua macchina quando la mia era stata rubata. Sembrava sempre pronto ad aiutare gli altri”. Ora, mentre la città cerca di capire come sia potuto accadere, le indagini delle forze dell’ordine continuano, alla ricerca di risposte che possano spiegare questa furia omicida.
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