Un’Italia intera in lutto, quella odierna, stretta attorno ai genitori del povero Marco, venuto a mancare a soli 12 anni. Non ci sono parole, per descrivere quanto questa tipologia di notizie sia straziante, ma il mondo della cronaca nazionale ha questo “sporco” dovere informativo. Una pioggia di messaggi di cordoglio sta giungendo da ogni angolo della penisola.
Tra lo sconcerto e l’impotenza, ancora una volta riceviamo contezza di un piccolo deceduto, strappato ai suoi sogni, all’amore della sua famiglia, all’affetto dei suoi compagni di classe. Si è spento per sempre il suo sorriso, quello che, nella sua brevissima esistenza, ha rallegrato chi gli è stato accanto.
Marco ha esalato il suo ultimo respiro e la sua prematura scomparsa è un colpo al cuore per tutti coloro che sono dotati di un briciolo di empatia. Basterebbe solo mettersi nei panni dei suoi genitori, per capire quanto la loro vita se ne sia andata col decesso del figlio e che, da allora in poi, si tratterà di sopravvivere, affidandosi ai ricordi.
E’ contro natura, contro ogni legge, che un figlio si spenga prima di un genitore ma questo è nuovamente accaduto, al punto che la triste storia di questo bambino è stata ripercorsa dalla stampa.
Marco Didoni aveva solo 12 anni ma la leucemia da cui era affetto, se l’è portato via. Il bimbo ha chiuso i suoi occhi per sempre in un letto del policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverato. Frequentava le scuole medie dei Giuseppini ma, a causa della patologia, è stato costretto a interrompere gli studi.
Proprio l’istituto scolastico ha lanciato l’appello per cercare un donatore di midollo osseo, alla fine di febbraio, da cui era nata una campagna con l’Admo provinciale e regionale. Il governatore del Veneto Luca Zaia, conoscendo la storia di Marco, era riuscito a radunare centinaia di persone in piazza, per la tipizzazione, in modo da contribuire, nel loro piccolo, ad un grande gesto di solidarietà.
Purtroppo Marco non ce l’ha fatta, lasciando nel dolore il papà Andrea e la mamma Tadiana, i suoi familiari più stretti, i compagni e le maestre di scuola e tutta la comunità in cui viveva.
Grazie all’appello scolastico, Marco aveva trovato il suo donatore e la famiglia, al completo, si è recata al Gemelli dove, nemmeno un mese addietro, il piccolo ha subito il trapianto di cellule staminali. Da allora in poi, tutti hanno pregato affinché potesse farcela e tutto sembrava andare per il verso giusto.
Di colpo, però, le sue condizioni di salute si sono aggravate, sino al triste annuncio dei suoi genitori, in cui tutti abbiamo appreso che Marco non ce l’ha fatta. Il padre e la madre hanno messo nero su bianco questa frase: “Il nostro angelo è tornato in cielo. Non ci sono parole, le nostre più sentite condoglianze.
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