Saverio Gaeta ha pubblicato un nuovo libro Fatima, la verità mai detta, da oggi nelle librerie, che rivela la verità sul terzo segreto di Fatima. Il vaticanista fa sapere che Suor Lucia non ha rivelato tutto a proposito delle apparizioni della Madonna di Fatima, che risalgono al 1917. Quali sono le verità che non erano ancora state rivelate? (Continua dopo le foto)
Cosa sono i tre segreti di Fatima
Tre pastorelli videro in apparizione la Madonna di Fatima tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, che gli rivelò il destino dell’umanità. Due dei tre pastorelli morirono poco dopo ma la terza, quella che poi diventò suor Lucia, visse fino al 2005. Fu lei a svelare le parole della Madonna durante le apparizioni a proposito della fine della prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica in Russia e “un secondo conflitto mondiale peggiore del primo”. La terza parte è rimasta a lungo celata tra le mura vaticane, fino al 2000, quando Giovanni Paolo II decise di renderla pubblica. In quella terza parte, suor Lucia parla di una città devastata, con tanti cadaveri, e un vecchio Pontefice che la attraversa fino a raggiungere una croce ai piedi della quale viene martirizzato insieme a una gran quantità di ecclesiastici e di fedeli cristiani. In molti ipotizzarono che mancasse un pezzo del terzo segreta. Grazie ad un’attenta analisi del documenti del processo di canonizzazione di suor Lucia, Gaeta ha trovato la conferma che non tutto era stato detto. (Continua dopo le foto)
Terzo segreto di Fatima, la verità spiegata da Saverio Gaeta
“La Vergine aggiunse dettagli e chiarimenti che hanno illuminato il senso di tali angosciose immagini: rivelazioni soprannaturali importantissime, che tuttora sono tenute riservate, la cui esistenza era già affiorata con evidenza nella divulgazione dell’indicazione della Vergine quando aveva consentito a suor Lucia, il 3 gennaio 1944, di scrivere finalmente la terza parte del Segreto, limitandosi però a ‘quello che ti ordinano, tuttavia non quello che ti è dato intendere del suo significato’”, fa sapere il vaticanista. Ciò significa che suor Lucia avrebbe riportato le parole della Vergine ma solo in parte: manca il vero significato, che la suora conosce ma non ha mai trascritto. “Una delle domande che ultimamente mi è stata rivolta è: Se tutto il Messaggio è già stato consegnato alla Chiesa? Risposi di sì. Avrei dovuto dire che: quanto ai fatti sì, ma quanto alla prospettiva e agli aspetti particolari invece no”, si legge in una lettera di suor Lucia al Papa datata 22 agosto 1967. Perché qualcuno ha voluto nascondere la verità? (Continua dopo le foto)
L’angoscia di Suor Lucia
Il 31 maggio del 1977, la religiosa aveva scritto a Paolo VI per incoraggiarlo a pubblicare un documento che respingesse con decisione la possibile influenza dei movimenti di estrema sinistra sulla Chiesa. “Il ritardo nel pubblicare questo documento dà occasione all’aumento della confusione e dell’incomprensione sulla posizione che dobbiamo assumere”, si legge nella lettera di Suor Lucia. Il 3 settembre dello stesso anno arriva a Lucia la risposta della Santa Sede. “Se la lettera che indirizzai al Santo Padre fosse motivata da qualche intervento soprannaturale? Secondo: se fosse stata motivata dall’intervento di altre persone? Ho risposto dicendo che era stato per due ragioni”, scrive Suor Lucia. Ma la lettera poi viene bruscamente censurata: cosa hanno cercato di nascondere? La sua urgenza di comunicare quel messaggio e la sua preoccupazione fanno riflettere. “Se si fosse trattato semplicemente di annunciare profeticamente nuovi e grandi cataclismi, siamo sicuri che suor Lucia non avrebbe sofferto tali difficoltà, il cui superamento richiese uno speciale intervento del Cielo. D’altra parte, se si tratta di lotte intestine nel seno della Chiesa stessa e di gravi negligenze pastorali da parte di alti gerarchi, è comprensibile che Lucia avesse una ripugnanza quasi impossibile da superare naturalmente”, riporta liberoquotidiano. Dopo la diffusione del libro di Gaeta, probabilmente molti fedeli vorranno delle risposte concrete dal Vaticano.
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