“Loro sono morti…“. Tu sì que vales, la concorrente fa commuovere tutti: giudici e pubblico in lacrime

Tu sì que vales, la concorrente fa commuovere tutti. C’è stato un momento particolarmente emozionante nella puntata di sabato 19 ottobre del popolare programma di Canale 5. Ogni settimana Giulia Stabile, affiancata da Alessio Sakara e Martin Castrogiovanni, presentano diversi concorrenti che mettono in mostra le loro abilità con performance che lasciano spesso il pubblico a bocca aperta.

Le gag di Giovannino con Sabrina Ferilli e le reazioni dei giudici Maria De FilippiRudy ZerbiLuciana Littizzetto e Gerry Scotti fanno da cornice ad uno show che ogni volta fa milioni di telespettatori. La battaglia degli ascolti lo vede opporsi a Ballando con le Stelle su Rai1 e ogni volta c’è la curiosità di capire chi ha fatto meglio. Ieri, però, è successo qualcosa di particolare, di unico e raro, verrebbe da dire…

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La straordinaria esibizione di Lucia e la commozione di giudici e pubblico

Parliamo della prova di Lucia che ha portato sul palco di Tu sì que vales una incantevole interpretazione di “Memory”. La donna ha spiegato di aver avuto un’infanzia non semplice: “È importante ricordare il passato e pensare da dove siamo partiti. Per i primi sette anni della mia vita ho vissuto in una casa famiglia. Non avevo né mamma né papà. Essere lì con altri bambini era la normalità, ma non conoscevo l’amore dei genitori”.

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Lucia ha voluto condividere con il pubblico di Tu sì que vales il suo dolore, la sua sofferenza, i suoi perché senza risposta: “Mi sono chiesta perché sono stata sola per anni. Ero arrabbiata. Poi ho coltivato la musica e mi sono laureata al conservatorio”. La sua storia ha commosso tutti. La sua performance ha raggiunto il 93% di consensi e c’è stato anche chi ha criticato quel 7% di voti contrari.

La 33enne di Cremona ha raccontato: “Mi ricordo che quando giocavo in questo cortile c’erano delle mura molto alte che mi impedivano di vedere il mondo esterno. L’unica cosa che riusciva a scavalcare quelle mura erano i suoni. C’era qualcuno che suonava lì vicino, non so se una scuola di canto o il conservatorio della città. Sentivo questo diluvio universale di suoni e per me era la fine del tempo, il tempo reale, e l’inizio del mondo della fantasia”.

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