“Abbiamo vinto 10 milioni di euro”. Gratta e vinci, per tre amici finisce male: la scoperta all’incasso

Clamoroso quanto accaduto in Puglia. Tre amici hanno dichiarato di aver vinto 10 milioni di euro, grazie ad un Gratta e Vinci, precisamente il Maxi Miliardario. Ma dal successo si è subito passati alla realtà dei fatti e per loro è finita veramente male. A riportare i dettagli di questa storia allucinante è stata la Gazzetta del Mezzogiorno, che ha spiegato come sono andate le cose.

I tre amici che avevano detto di aver vinto 10 milioni col Gratta e Vinci sono andati in uno studio di un notaio per informarlo della super vincita. Ad intervenire sulla questione è stata la commissione che controlla i biglietti vincenti della lotteria nazionale. Sono state fatte le accurate verifiche e ciò che si è scoperto ha messo nei guai i tre uomini, che ora rischiano tantissimo.

Tre Amici 10 Milioni Gratta e Vinci

Tre amici dichiarano di aver vinto 10 milioni al Gratta e Vinci, poi la scoperta choc

I tre amici, un uomo di 51 anni di Martina Franca (Taranto), e due di Ceglie Messapica (Brindisi) che hanno 46 e 47 anni, hanno detto al notaio di aver ottenuto 10 milioni perché baciati dalla fortuna al Gratta e Vinci. In realtà non avevano affatto vinto, dato che per due numeri non erano stati in grado di fare il colpaccio. E a quel punto hanno studiato un metodo alternativo per incassare la somma di denaro.

Tre Amici 10 Milioni Gratta e Vinci

I tre sono accusati invece di aver contraffatto il Gratta e Vinci, modificandolo in modo illecito. Avrebbero sostituito i due numeri nella sezione speciale, permettendo quindi la conquista dei 10 milioni. Il tentativo di raggiro è stato scoperto e ora sono tutti e tre finiti nel registro degli indagati con le accuse di concorso in falso, ricettazione e tentata truffa.

La Gazzetta del Mezzogiorno ha aggiunto che la giudice Paola D’Amico dovrà emettere un verdetto di primo grado alla fine del processo. Spetterà ai tre amici, presunti truffatori, dire come sono andati realmente i fatti.

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